Lo sport si trasformò in supersport

QUANDO IL DOPING DIVENNE LEGALE

Tante e interessanti le conseguenze

Una nuova classe di sportivi
Un po' tutti se lo aspettavano da tempo. E quando la riforma sportiva è stata avallata, il sospiro di sollievo è stato generale. Anche perché, a pensarci bene, è un'occasione per tutti, sia per gli sportivi classici - qualcuno li chiama biosportivi - sia per gli sportivi col turbo, che oggi vengono più comunemente chiamati sportivi plus o plusportivi.

L'idea alla base di tutto
Il principio di fondo introdotto, ricordiamolo, è semplice: gli sportivi che rinunciano ad assumere sostanze dopanti, sono ammessi alle competizioni e ai campionati cosiddetti classici; tutti gli altri sono invece ammessi automaticamente alle competizioni e ai campionati cosiddetti plus, di solito indicati apponendo un segno '+' al nome classico della manifestazione sportiva.

I regolamenti cambiano
Prima accadeva di essere squalificati se trovati con tracce di sostanze dopanti al termine di una competizione bio, oggi i regolamenti sono cambiati e allo sportivo viene offerta una scelta: non registrare il risultato oppure inserire la sua performance nell'archivio delle competizioni plus ed essere automaticamente registrato come sportivo plus.
In modo irreversibile.

Interessanti effetti collaterali
Con la legalizzazione del doping - anche se oggi si preferisce riferirsi a questo evento come alla normalizzazione dei supporti chimici per le attività sportive - si è verificato un fenomeno interessante e, alla fine, economicamente assai remunerativo per tanti. Tanto per fare un esempio, oltre al campionato di calcio di serie A ora c'è anche la serie A+, poi ci sono quelli di serie B e B+. La Coppa Italia e la Coppa Italia+ vengono trasmesse in due fasce orarie differenti. Tutto ormai da anni è raddoppiato. Anche la trasmissione satirica "Quel gol lo facevo anch'io" ha dovuto sdoppiarsi e creare lo spinoff di successo "Quel gol lo facevo anch'io plus".

Un prevedibile sbilanciamento
Per amor di precisione va detto che, se è vero che tutto, nel mondo dello sport, si è duplicato, sono poi però le competizioni plus a fare la parte del leone, dato che in esse l'atto sportivo in sé risulta più rapido e intenso. E già si parla di intervenire per finanziare gli sport classici perché sono sempre meno sia gli amatori che i professionisti che non sono stati spostati nelle categorie plus.

Gli editori si adattano
L'editoria ha avuto bisogno di riassestarsi su nuovi equilibri: del tutto scomparse le biografie degli sportivi dopati - pardon! Dei plusportivi - che, colpiti da qualche male incurabile, scrivevano le proprie memorie per svelare retroscena affatto inimmaginabili, giusto per poi spendere in cure e medicinali i proventi dalle vendite. Nessuno ha più interesse a leggere la storia di qualcuno che si comporta come centinaia di migliaia di altri. Gli editori, comunque, sapevano che la liberalizzazione del doping avrebbe avuto ottime ripercussioni per le loro tasche: le pagine sportive dei quotidiani sono necessariamente raddoppiate; le trasmissioni televisive sportive richiedono di duplicare tutto (squadre esterne di ripresa, commentatori, inviati e così via) e anche gli introiti sono più che duplicati.
Accanto ai ricettari di Parodi, Clerici e suor Germana, sono comparsi i ricettari dei dopati piĆ¹ performanti.

Humor in rete
Sono diventati famosi i primi video virali che comparavano competizioni sportive bio e plus: il popolo del web si sbizzarrì nel produrre filmati assai buffi, nei quali l'appaiare performance sportive normali e dopate produceva risate sicure.
Quasi ovvia la proclamazione del santo protettore: san Diego (Maradona).

Altre novità
Certo, come in ogni innovazione, ci sono alcuni aspetti da gestire che causano ancora qualche disorientamento. Per esempio, non è più permessa l'inumazione in terra dei plusportivi: sono ora considerati rifiuti tossici speciali e devono perciò essere bruciati in stabilimenti appositamente realizzati per smaltire le sostanze tossiche assunte in anni e anni di doping.
A questo va aggiunto il drastico calo delle spese della Sanità pubblica: approvata la legge secondo la quale i plusportivi non hanno più alcun diritto a cure gratuite per malattie derivanti dall'uso di sostanze dopanti, centinaia di migliaia di pazienti adesso devono sborsare di tasca propria i soldi per le cure dei malanni da doping.
Le donazioni utili di sangue sono crollate, dal momento che il prezioso liquido ormai contiene di tutto, se prelevato da plusportivi.
Nei ristoranti più all'avanguardia i menu a disposizione adesso comprendono - oltre a vegano, vegetariano, kosher, halal, senza glutine - anche i cibi plus.
I supermercati adesso offrono - oltre al sale tibetano, al tofu eschimese, alla soia norvegese e al latte di gnu - un vasto assortimento di sostanze plus, per le quali valgono raccolte punti differenti dai prodotti normali.
È proibito alle veline e letterine col seno rifatto di accompagnarsi con i biosportivi: per loro adesso sono accessibili soltanto gli sportivi dopati; quelle formose naturali, si possono accompagnare solo con sportivi al naturale.
Le figurine Panini, oltre alla squadra di appartenenza, ora riportano il cocktail di sostanze prediletto.
Gli allenatori non accettano più che bizzose star dello sport saltino sessioni di doping.

In conclusione
Alla fine la legalizzazione del doping ha portato, almeno per l'economia, molti benefici. Non altrettanto si può dire per la salute dei plusportivi.