SOPRALLUOGO CON SORPRESA

La dritta di un collega contiene un fatto palesemente anomalo. Il sopralluogo di persona riserva un colpo di scena

"C'è un aggancio per un articolo e tu sei proprio il reporter adatto."
Il redattore che mi passa la dritta la sa lunga e ha capito da tempo che a me le notizie piace indagarle. Insomma, a me il giornalismo a distanza, quello fatto navigando il web e scrivendo articoli usando massicciamente il copia-e-incolla, proprio non va a genio. Preferisco andare sul posto, osservare, fare domande, carpire qualche indiscrezione, parlare con chiunque abbia da darmi un punto di vista differente. Non di rado si ottengono informazioni riservate - nella cosiddetta modalità "a microfoni spenti", cioè garantendo l'anonimato e senza registrare quanto viene sussurrato - che possono rivelarsi decisive per comprendere i fatti.

Gli scavi distruggono le falde acquifere
Durante i lavori effettuati per realizzare un passante nella periferia di Firenze, la costruzione di un tunnel in una collina ha incontrato alcune falde acquifere e ne ha interrotto o deviato i flussi. I disagi nella zona si sono fatti immediatamente sentire e la gente del posto ha iniziato a protestare.

Il mistero del condominio a secco
Un'anziana abitante di un condominio ha contattato direttamente il giornale per il quale scrivo, affermando che l'erogazione dell'acqua al suo appartamento da giorni avveniva a singhiozzo e che da quella mattina si è addirittura interrotta. Il fatto mi appare subito strano e così annoto il numero di telefono della signora e parto, in sella alla mia fida bicicletta, alla volta della zona colpita dai disagi, per saperne di più.

Lavatoio e pozzi a secco
Una volta giunto sul posto, mi informo dalla gente del luogo su ciò che sta accadendo: il lavatoio all'inizio di una salita, che da decenni godeva di un flusso d'acqua quasi costante, ora è a secco. È uno spettacolo triste: la pietra, non più bagnata, appare quasi polverosa; i sedimenti che la corrente portava via con sé adesso sono ben visibili sul fondo.
Due chiacchiere con alcuni passanti mi spingono a dirigermi verso un villino, poco più in alto, sulla collina. I proprietari sono ben contenti di sapere che la stampa si occupi del caso. Mi confermano la cessazione del flusso d'acqua proveniente dalle falde sotterranee. Mi prestano una torcia elettrica mediante la quale posso constatare di persona che, in effetti, il fondo del pozzo nel loro giardino è proprio asciutto.
Stesso desolante spettacolo in un altro paio di villini, immersi nel verde, nelle immediate vicinanze.

E il condominio?
È arrivato il momento di indagare sul mistero del condominio rimasto senz'acqua. Scendo a valle, trovo l'indirizzo dove abita la nostra lettrice, mi guardo intorno e scorgo un operaio al lavoro. Sta armeggiando all'interno di uno sportello nel muretto che sostiene il cancello di accesso. Attiro la sua attenzione, lo saluto e mi qualifico come reporter di un quotidiano locale. Chiedo se sa qualcosa circa l'interruzione di approvvigionamento idrico proprio a quel gruppo di appartamenti. L'operaio ammutolisce, mi guarda quasi terrorizzato e poi inizia a spiegarmi cosa sta succedendo. Il condominio ha avuto per anni un unico contatore generale dell'acqua, acqua che proviene dalla rete di distribuzione pubblica e non dalle falde acquifere del circondario. La bolletta del condominio veniva ripartita fra tutti i condòmini, alcuni dei quali consumavano molto di più di altri, scatenando prevedibili liti. Pochi mesi prima si è deciso di dotare ogni unità abitativa di un proprio contatore indipendente, in modo da dirimere una volta per tutte la questione dei differenti consumi. Questo ha richiesto un intervento che, com'è facile comprendere, ha prodotto delle necessarie interruzioni. Proprio il giorno in cui la signora ha telefonato in redazione, i lavori si stavano concludendo, con la rimozione del contatore generale che ha richiesto il blocco temporaneo dell'erogazione dell'acqua all'intero stabile.

Quando una coincidenza non fa un indizio
Mi sono imbattuto in una coincidenza che, se non adeguatamente indagata, avrebbe creato un caso dal nulla. Torno a casa e richiamo la signora, alla quale cerco inutilmente di spiegare che si tratta del disagio di un solo giorno e che non c'entra nulla coi lavori del passante. Niente da fare: l'arzilla lettrice mi interrompe di continuo e neanche mi ascolta. È fermamente convinta che si tratti di un danno dovuto agli scellerati interventi sotto la collina e insiste affinché io ne scriva e denunci l'insostenibile situazione. Mi arrendo e mi sgancio dalla conversazione a senso unico con qualche frase di circostanza, tipo "Eh, certi lavori o si fanno bene o non si dovrebbero proprio fare." seguita da "Eh, una volta non era così: i lavori venivano fatti a modino." chiudendo col classico "Che mondaccio, davvero! Dove andremo a finire!"

La potenza dei giornali
Il pezzo va in stampa senza, ovviamente, la parte relativa al condominio. Nel caso la signora dovesse telefonarmi per protestare, ho già pronta la spiegazione: "Eh, che vuol farci? Mi hanno reimpaginato il pezzo e hanno tagliato proprio quel paragrafo."
La signora, invece, dopo qualche giorno richiama per comunicare che il nostro intervento è stato decisivo: adesso l'acqua è tornata e non ci sono state più interruzioni.
Un risultato reso possibile solo facendo la voce grossa col sostegno della stampa, a suo dire.
E sottolineo "a suo dire".