È solo uno scontro fra eserciti?

CHE COSA SI INTENDE PER GUERRA

Un modo per imporre la propria volontà

Una semplice definizione
La guerra è una lotta fra entità condotta con mezzi atti a ridurre o eliminare del tutto la capacità delle forze avversarie di agire per imporre la propria volontà.

Varie forme di guerra
Secondo la definizione appena data, la guerra nella sua forma più classica scaturisce fra nazioni, contrapposte per differenti obiettivi politici, coinvolgendo milioni di persone e vasti territori ma può anche innescarsi fra due persone e ridursi a uno scontro privato.
La prima forma di guerra è spesso palese con effetti evidenti e a volte duraturi mentre la seconda può risultare strisciante e produrre effetti invisibili, di solito solo negli ego dei due contendenti. Esistono comunque anche casi di guerre striscianti e quasi invisibili di nazioni contro altre nazioni e guerre aperte, sotto gli occhi di tutti, fra singoli individui.
La guerriglia è una guerra fra forze ridotte e un esercito ampio e ben organizzato. Le prime usano azioni rapide e mirate più per fiaccare il morale del nemico che per arrecare danni reali mentre il secondo cerca di estirpare le truppe avversarie mediante operazioni su larga scala e rastrellamenti fra la popolazione, nel tentativo di stroncare il supporto di quest'ultima ai ribelli.

La guerra come la vede un esperto
Karl von Clausewitz, nel suo "Della guerra", la definisce come "la continuazione della politica con altri mezzi".
Questi altri mezzi sono destinati a distruggere le infrastrutture avversarie per renderlo di fatto incapace di qualsiasi azione.
Così tante sono le tattiche e le strategie impiegabili nei conflitti su larga scala che interi corsi sono dedicati al loro insegnamento nelle accademie militari.
La guerra viene vista classicamente come il lavoro sporco svolto dai militari ma, a ben vedere, i più illuminati fra questi preferiscono curare il mantenimento e lo sviluppo di una ben visibile superiorità di forze piuttosto che ingaggiare realmente le armate nemiche. Alti, infatti, sono i costi sul medio e lungo termine per le popolazioni coinvolte, siano esse vincitrici o perdenti: dal trauma di perdere genitori, familiari, parenti e amici durante il conflitto con pesanti conseguenze a livello psicologico fino alla perdita dei propri beni, passando per i disagi sofferti durante tutta la durata della guerra.
I mezzi per condurre un conflitto sono svariati come, per esempio, armi convenzionali, armi chimiche, armi batteriologiche e armi nucleari. Insieme a quelli appena citati sono impiegati altri mezzi, per loro natura immateriali ma non meno efficaci, come la propaganda, la destabilizzazione psicologica delle truppe e della popolazione avversarie, il logorì mediante temporeggiamento.

La guerra più difficile
È quella contro se stessi, la guerra che decidiamo di combattere quando ci accorgiamo che una parte di noi impone una sua volontà che genera disagio, sia a noi stessi che alle persone che ci stanno vicino, con conseguenze dolorose a medio e lungo termine.
Dallo smettere di fumare a cercare di sbarazzarsi di aspetti del proprio carattere di cui non si va orgogliosi, le battaglie che combattiamo dentro di noi sono le più subdole per il semplice motivo che il nemico ci conosce perfettamente e sa dove, quando e con quante forze attaccare per avere buone chances di vittoria.
Di solito chi è un abile stratega con se stesso ottiene ottimi risultati anche negli scontri con avversari esterni.

Il guerriero migliore
Semplice: è quello che non ha bisogno di ricorrere alle armi. Il suo carisma, la sua ben nota capacità di combattere e vincere gli donano un'aura particolare che lo mette al riparo dagli attacchi del nemico. Non ha bisogno di lottare perché un potenziale avversario sa che lo scontro sarebbe controproducente e preferisce scendere a patti piuttosto che scendere in campo.